
La bellezza non è nelle cose, ma nell’occhio che guarda.
Puoi guardare sotto il mare oppure su nel cielo, un insetto, un fiore o un paesaggio che ti fermi a fotografare mentre ti sposti in macchina per lavoro e mi parli al telefono. Mi trasmetti vibrazioni. Con la voce. Con la musica. Con le foto. Con i tuoi silenzi. Guardo i tuoi scatti, del mondo e di te. A volte è difficile metterli insieme in un’idea di te. Come una macchia di quel test ancora da fare. Variopinta. A volte complessa da decifrare, a volte così immediata. Ma bellissima da osservare prendere forma nella mia testa.

Il cielo guarda te
Fred De Palma
Ti pensavo
Non ci crederai
Infatti non ci credi mai
Non ci credi mai
Ci messaggiamo
“Come sto?”, “come stai?”, “bene”
Adesso in che parte del mondo sei?
Ti fai troppi viaggi che non sono i miei
Se guardo quella foto io mi chiedo se
Sei tu che guardi il cielo o lui che guarda te
Se guardo quella foto io mi chiedo se
Sei tu che guardi il cielo o lui che guarda te
O lui che guarda te
Che guarda te
Mi pensavi, chi ci crede?
Noi che ci siamo lasciati con un “ci si vede”
Io pieno di ma, lei piena di sé
Ha gli occhi troppo grandi per guardare solo me
Io che non penso al futuro
Perché il futuro è già oggi
Devo imparare a lasciare il mio segno
Senza lasciare i miei sogni
Le speranze con cui darsi carica
I problemi di cui farsi carico
Tu che non metti neanche l’orologio
Per non sentire il tempo farsi rapido
E piangevi guardando là fuori
In mezzo alle macchine che transitavano
Perché dicevi che certi paesaggi
Tu li vivi come stati d’animo
Noi parlavamo di tutto
Ma forse un “ti amo” non siamo riusciti mai a dirlo
Ma ci saremmo buttati nel vuoto
Insieme solo per riempirlo
Adesso in che parte del mondo sei?
Ti fai troppi viaggi che non sono i miei
Se guardo quella foto io mi chiedo se
Sei tu che guardi il cielo o lui che guarda te
Se guardo quella foto io mi chiedo se
Sei tu che guardi il cielo o lui che guarda te
O lui che guarda te
Che guarda te